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al testo di Adielle
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Rostro sabotato il mio cardine sulla porta del futuro a rimorchio un passato che sopravvive a stento nei sordi decibel della mente e in qualche foto appesa al muro del suono con una finestra al centro vista paradiso sulla mia immacolata solitudine cimitero di ferite e freddi i polsi a questa strana latitudine dalle vene sempre aperte e le bocche sempre chiuse alle parole più illustri di una santa guarigione.
Oh certo, qualcosa sta cambiando scorre nel letto delle rughe rotto il fiume del tempo argini da quando gli scogli si opposero al mare con la stessa fortuna della mia cura per l'ignoto appuntamento al buio: ragazza da sposare ma il cielo è sempre lo stesso basta non lasciarsi ingannare dai colori quelle volte che alziamo gli occhi in cerca di risposte che non troviamo per terra ad altezza d'uomo è sufficiente allacciarsi una scarpa, per esempio o anche facendo finta e ripartire per linee orizzontali vivendo comodi convinti d'esser grandi di una grandezza latente in un mondo capovolto: in alto i cuori, credenti, sono rivolti all'asfalto.
Dio se ne sta muto nei suoi giorni migliori quando dubita dell'esistenza degli uomini arrampicandosi sugli specchi che essi gli hanno regalato per potersi riconoscere.
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